Fobie sociali, strane ed ossessive: definizione e classificazione

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Le fobie sono delle paure incondizionate e spesso immotivate che portano il paziente a terribili attacchi di ansia. Possono essere di origine specifica o sociale. In ogni caso vanno curate con l’aiuto di uno specialista del settore capace di trovare la terapia migliore per sconfiggere il problema.

fobie, cosa sono e come combatterle

Le fobie sono della paure. Ma non dei timori, delle vere e proprie paure che conducono ad uno stato di ansia esagerato nei confronti di cose o situazioni che in realtà non sono una vera e propria minaccia per la persona. Spesso sono associate ad attacchi di panico  e nei casi più gravi possono creare problemi piuttosto seri. Dalla emarginazione sociale all’abuso di alcool o droghe. In questo ultimo  caso è assolutamente necessario intervenire con una terapia mirata. Ma andiamo con ordine. Le fobie possono essere semplici, cioè relative ad una particolare oggetto o animale, come ad esempio l’aracnofobia, la paura dei ragni, oppure possono essere sociali. In questo ultimo caso le fobie possono causare non pochi problemi nelle relazioni con gli altri.

Fobie: da cosa dipendono

Le fobie specifiche possono dipendere nella maggior parte dei casi, da eventi traumatici, diretti o indiretti. Ad esempio, il cinofobico, che ha paura dei cani, potrebbe avere vissuto una esperienza traumatica con una cane, ad esempio può essere stato morso da piccolo e questo porta alla fobia. In questo caso si parla di motivazione diretta. La motivazione è indiretta invece quando si associa la paura ad un elemento che ricorda l’evento vissuto. Ad esempio si può avere paura di guidare dopo aver subito un brutto incidente, nonostante non fossimo noi alla guida. Ovviamente aver subito un evento traumatico, di qualunque tipo, non scatena immancabilmente la fobia. Non ne siamo certi, ma potrebbe esserci una causa genetica nei confronti dello sviluppo delle fobie.

Una causa plausibile è certo quella dell’induzione. In casa, magari inostri genitori, ci hanno abituati ad aver paura del buio? Potremmo da grandi, sotto un alto livello di stress, vivere il buio con un sentimento fobico. Lo stesso vale per gli animali pericolosi, ma anche per determinate situazioni sociali come il dover parlare in pubblico. Non sempre comunque il paziente saprà collegare la fobia ad un evento specifico, spesso ci sarà bisogno di un terapeuta per conoscere il motivo della paura e riuscire a sconfiggerla.  Ma quali sono le fobie più comuni?

Fobie sociali:

  • Sociofobia

Si parla di sociofobia quando la persona ha timore di essere giudicato. La sociofobia va a braccetto con l’ansia che può colpire il paziente sociofobico anche solo in un bar affollato. Solitamente le persone affette da fobie tendono ad allontanare la causa della paura. Chi è cinofobico non si avvicina ai cani.  Il discorso si fa più complesso nel caso di sociofobia, perché può raggiungere livelli talmente preoccupanti da costringere il paziente all’emarginazione sociale. Solitamente si rifugerà in alcool e droghe per riuscire a superare l’ansia che lo attanaglia. Nei casi estremi si può arrivare addirittura al suicidio, tanta è l’ossessione e la paura.

  • Agorafobia

La Agorafobia è una paura incondizionata dei luoghi pubblici. Solitamente colpisce le donne ed è associata per lo più a azioni semplici, come entrare in un negozio o essere insieme a degli sconosciuti. Si tratta di una patologia piuttosto seria che può portare il paziente a non uscire più di casa, rinunciando del tutto alla vita sociale, vero motivo del terrore. L’origine di questa paura non sempre è ben definibile. Come per il caso della sociofobia può derivare dal timore di sentirsi giudicati e sfociare in depressione o suicidio. Solitamente ha origine da un primo attacco di panico, avvenuto in un luogo pubblico.

Fobie specifiche:

  • Aerofobia

L’aerofobia è la paura di volare. Solitamente è associata a una ansia incontrollabile già da qualche giorno prima di dover affrontare il viaggio. La paura è scatenata dal timore di guasto, di sentirsi il vuoto sotto i piedi, di non avere via di fuga. Ovviamente una leggera paura del volo è normale, soprattutto per le persone che non sono abituate a volare. Ma nel caso di aerofobia la paura diventa ossessione. La causa di questa fobia può essere anche un racconto di incidente aereo, piuttosto che l’immagine mentale stessa dell’aereo in volo, senza appigli.

  • Claustrofobia

La claustrofobia è la paura per gli spazi chiusi e stretti, come un ascensore, ma anche una grotta o un sotterraneo. Il paziente si sente accerchiato, senza via di scampo e cresce l’ansia. Gli attacchi di claustrofobia sono solitamente associati ad attacchi di panico, in cui si fa fatica a respirare e il battito cardiaco aumenta vertiginosamente. Può essere associata ad un evento traumatico, come essere rimasti intrappolati in un ascensore rotto o tra le lamiere contorte di una auto. Ma anche da un racconto. La claustrofobia ha anche una versione all’aperto. Infatti possiamo parlare di claustrofobia anche in situazioni come i concerti, quando abbiamo la sensazione di rimanere schiacciati tra la folla.

Fobie: le cure

Solitamente le fobie si curano con trattamenti psicologici. Possono essere curate con terapie diverse, a seconda del livello di malattia e del paziente. In generale si possono usare 2 metodi diversi: con la terapia di esposizione oppure con la terapia cognitiva. In ambo i casi c’è l’assoluta necessità che il paziente voglia sconfiggere realmente la malattia e sia estremamente motivato a farlo, altrimenti qualsiasi terapia non avrebbe valore.

La terapia di esposizione, consiste nel confrontare il paziente con la paura vera e propria, facendolo piano piano incontrare l’oggetto della fobia. Solitamente il terapista farà affrontare la paura attraverso semplici disegni, per poi passare in maniera completamente graduale, all’oggetto vero e proprio. Fa sempre parte di questo tipo di cura la desensibilizzazione sistematica che anziché far affrontare l’oggetto in carne e ossa, lo fa immaginare al paziente. In entrambi i casi il terapeuta dovrà fermarsi ai primi avvisi di ansia, mentre potrà continuare la terapia non appena il paziente si sarà calmato. Si tratta di terapie molto lunghe, che non vanno prese di petto e la cui riuscita, sia in termini di lunghezza che in termini di efficacia , dipende molto dalla volontà del paziente.

La terapia cognitiva consiste invece nel far conoscere al paziente tutte le caratteristiche dell’oggetto che lo preoccupa. Solitamente è molto usata per i pazienti affetti da Aerofobia, che sono costretti a prendere comunque l’aereo, che sia per lavoro o per piacere. Grazie a questa terapia il paziente comincia a acquistare fiducia verso la circostanza che induce paura, fino a prenderne coscienza e a liberarsene. Esistono comunque anche altri metodi, come le terapie di gruppo piuttosto che le terapie di shock che portano la persona a contatto improvviso con l’oggetto della paura. In ogni caso nessun tipo di terapia deve essere adottata senza opportuno controllo medico.

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