Emorroidi, sintomi e cura

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Emorroidi

Dal punto di vista anatomico le emorroidi sono cuscinetti di tessuto morbido e vascolarizzato posti al di sopra della giuntura tra retto e ano con l’importante compito di assicurare la nutrizione e l’ossigenazione dello sfintere così come un adeguato mantenimento della continenza fecale.

A seconda della loro localizzazione si distinguono due tipi di emorroidi:

  1. le emorroidi interne poste nella sottomucosa che occupa la parte alta del canale rettale, nella zona delle pieghe longitudinali meglio conosciute come colonne anali; si tratta di un tessuto fortemente vascolarizzato e, dunque, ricco di sangue;
  2. le emorroidi esterne situate nella parte più esterna dell’ano e leggermente meno vascolarizzate con una maggiore quantità di tessuto connettivo, fibre elastiche e collagene; tutti elementi che contribuiscono alla natura dinamica di queste strutture.

In condizioni normali non ci accorgiamo nemmeno della loro esistenza sebbene, in particolari circostanze, le vene emorroidali si dilatano particolarmente e si gonfiano dando luogo a varici, conseguenza di un aumento improvviso della pressione venosa nei vasi del retto e dell’ano.

Quali sono i sintomi a cui dare importanza?

Emorroidi sintomi

Tra i sintomi che più frequentemente indicano la presenza di una patologia emorroidale troviamo sicuramente il sanguinamento visibile nelle feci e, ancora, il manifestarsi di gonfiore, prurito e dolore anale soprattutto durante la defecazione. Consueta è anche la pulsazione della zona circostante all’ano che si presenta, con maggior intensità, durante il sonno.

Fattori di rischio per l’insorgenza della patologia emorroidale e prevenzione.
L’aumento della pressione venosa nei vasi dell’ano e del retto è di sicuro il fattore scatenante della comparsa della patologia emorroidale impropriamente definita come emorroidi. Da alcune stime è sorto che le emorroidi colpiscono, almeno una volta nella vita, la gran parte della popolazione mentre oltre il 40% degli adulti soffre di manifestazioni ripetute durante tutta la loro vita.

Le principali cause e i fattori di rischio per l’insorgenza della patologia emorroidale sono, nella maggior parte dei casi:

  1. sforzi eccessivi compiuti
  2. gravidanza (considerata dal punto di vista delle alterazioni ormonali e dell’aumento della pressione intraddominale dovuta all’atto del parto)
  3. stipsi/ diarrea cronica
  4. obesità
  5. diete povere di fibre
  6. familiarità
  7. scarsa attività fisica
  8. abuso di alcool e/o di nicotina

Le emorroidi insorgono per lo più nella fascia d’età che va dai 40 ai 60 anni e tendono a peggiorare col tempo e con l’adozione di regimi alimentari scorretti e di abitudini errate. Chi è soggetto alle emorroidi dovrebbe, infatti, adottare regimi alimentari particolarmente vari ed equilibrati evitando tutti quegli alimenti in grado di provocare irritazioni alla mucosa intestinale quali peperoncino, pepe, insaccati, alcool, caffè, cioccolato e spezie piccanti.

L’alimentazione ha, d’altra parte, un’importanza fondamentale sia nella prevenzione primaria (per prevenire la comparsa delle emorroidi) che in quella secondaria (dopo la comparsa delle emorroidi). Fondamentali acqua (ne andrebbero consumati almeno 2 litri al giorno) e fibre (abbondanti in cereali, frutta e verdure) che aiutano a regolarizzare le funzioni intestinali e a mantenere intatta ed attiva la flora batterica contrastando la stipsi, nemica fondamentale della patologia emorroidale.

Non di secondaria importanza è l’attività fisica; una vita attiva accompagnata dalla pratica di un qualunque sport tra il ballo, il jogging, la marcia, l’aerobica e la ginnastica dolce migliorano la circolazione e aiutano a prevenire questo fastidioso disturbo così come tanti altri disturbi conseguenza di una vita sedentaria e poco attiva come le vene varicose.

Una vita sedentaria, infatti, spesso condotta a causa del proprio lavoro e/o di situazioni che costringono il soggetto a trascorrere gran parte della propria giornata con una postura errata, comporta un aumento eccessivo della pressione sanguigna venosa e arteriosa del plesso emorroidario.

Per lo stesso motivo alcune attività sportive sono poco consigliate a chi soffre di questo fastidioso disturbo e/o vi è, in qualche modo, predisposto; tra queste troviamo il ciclismo, l’ equitazione, il motocross e tutti quegli sport che richiedono il mantenimento di una posizione seduta per lungo tempo.

Da non trascurare, inoltre, nella prevenzione delle emorroidi l’ igiene e la scelta della biancheria intima che dovrebbe essere quanto più fresca e traspirante possibile. Come forse già molti sanno, la fibra che nel miglior modo si adatta alle presenti richieste, è il cotone, traspirante e permeabile così che si eviti il fastidioso ristagno di calore e di umidità in zone delicate come quelle intime.

Da non preferire, invece, in presenza di una patologia emorroidale o di fistole e ragadi, gli indumenti sintetici, poco o per nulla traspiranti.

Come curare le emorroidi?

curare le emorroidi

La cura della patologia emorroidale varia a seconda della tipologia e della gravità della stessa patologia. Nei casi più lievi può essere sufficiente un po’ di moto e delle corrette abitudini alimentari mentre in quelli più gravi, l’unica soluzione, può essere addirittura rappresentata dall’intervento chirurgico.

Considerando in genere la patologia, il primo rimedio curativo è senz’altro quello mirato a ridurre l’infiammazione e quindi il gonfiore e il dolore delle pareti venose. Si deve dare, in questo primo step, particolare rilievo all’alimentazione consumando molta acqua e cibi ricchi di fibre che favoriscano l’evacuazione intestinale così come all’igiene intimo che dev’essere frequente e condotta utilizzando acqua tiepida e saponi acidi, adatti all’evenienza che allontanano le infiammazioni e accelerano la guarigione.

Assolutamente da evitare i lavaggi con acqua gelida e/o l’utilizzo di ghiaccio che potrebbero causare lo strozzamento dei noduli emorroidali in conseguenza allo spasmo muscolare. Come già detto, inoltre, vanno preferiti indumenti intimi di cotone, traspiranti e freschi che, volendo essere pignoli, andrebbero cambiati almeno 3-4 volte al giorno.

Oltre a questi rimedi, ottimi alleati contro le emorroidi sono i corticosteroidi così come gli anestetici locali che però, ricordiamo, non curano alla radice la patologia ma semplicemente ne alleviano gli effetti.

Tra i più utilizzati ritroviamo sia gli anestetici topici (anestetici che rendono le terminazioni nervose dell’area interessata incapaci di provocare stimoli) che alcuni steroidi come:

  1. Benzocaina, reperibile sottoforma di crema che va applicata, dopo una corretta igiene intima, nella zona anale circa 6 volte al giorno;
  2. Lidocaina, reperibile sia come crema che come lozione. La modalità di impiego è simile a quella utilizzata per la Benzocaina anche se le applicazione quotidiane consigliate sono 2-3;
  3. Dibucaina, farmaco ad azione analgesica e disinfettante utilizzato anche per trattare semplicemente il prurito anale. L’applicazione prevede l’instillazione dello stesso per via rettale che va ripetuta circa 2 volte nell’arco della giornata per un totale di 30 g quotidiani;
  4. Pramoxina Cloridrato, reperibile come unguento anale da applicare dopo ogni defecazione in concomitanza a lavaggi frequenti con un sapone acido;
  5. Idrocortisone, spesso rintracciabile sottoforma di supposte da 25g ognuna che vanno inserite per via rettale 1-2 volte al giorno dopo l’evacuazione o anche sottoforma di lozione che va applicata con la medesima frequenza. Se non vi sono effetti collaterali e , sotto controllo medico, è consigliabile proseguire la terapia per circa 3-4 settimane;
  6. Fluocinolone, molto simile all’Idrocortisone sia per la reperibilità sia per le dosi e le modalità di somministrazione;
  7. Fluocortolone, reperibile come supposte da assumere una volta al giorno dopo la defecazione fino a 7 giorni dopo la scomparsa dei sintomi o come unguento che va applicato 2-3 volte al giorno.

Anche alcuni rimedi naturali sono particolarmente indicati per alleviare i sintomi della patologia emorroidale.

Tra i più utilizzati ed indicati troviamo, per esempio, il Rusco, il Cipresso, l’Amamelide e l’Iperico, tutti altrettanto rintracciabili sottoforma di saponi, olii e creme. Questi rimedi naturali, infatti, hanno proprietà antispasmodiche, cicatrizzanti, astringenti, disinfettanti e pseudo-anestetiche.

Contemporaneamente al trattamento che si presceglie di condurre, può essere utile utilizzare creme o gel ad azione emolliente e/o rinfrescante come l’ olio di Jojoba, il burro di karitè, l’olio di mandorle dolci e la menta.

Se, in ultimo, tutti questi rimedi sembrano non bastare e , anzi, la sintomatologia sembra accentuarsi, forse è il caso di considerare, sotto guida di un medico, l’opzione dell’intervento chirurgico, l’emorridectomia.

Vi sono 3 principali tipi di intervento emorridectomico:

  1. La prima tecnica prevede semplicemente la rimozione chirurgica del tessuto emorroidale in eccesso e responsabile del sanguinamento e dell’evidente gonfiore che interessa la zona. Non è un intervento difficile ma richiede pur sempre 4-6 settimane perché il paziente possa riprendersi del tutto;
  2. La seconda tecnica, messa a punto dal Dr. Longo, prevede il riposizionamento delle emorroidi prolassate con un periodo di ripresa che si restringe ai 10-15 giorni;
  3. Il terzo e più innovativo metodo per la risoluzione della patologia emorroidale è il metodo THD che consiste nella sutura dei rami terminali della’arteria rettale superiore ovvero l’arteria principale che arricchisce di sangue ossigenato la zona rettale che, in caso di prolasso, si accompagna al riposizionamento della mucosa nella sua posizione naturale. Questo metodo che non prevede alcuna asportazione chirurgica prevede un tempo di ripresa di circa 7-10 giorni.

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