Balbuzie infantile, sintomi, cause e rimedi

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La balbuzie, o disfluenza verbale, viene considerata dall’Organizzazione Mondiale Della Sanità quale un “disturbo specifico dello sviluppo del linguaggio, un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione cosa vorrebbe dire ma nello stesso tempo non riesce a dire”.

Balbuzie infantile

Si tratta, in parole più povere, di un disturbo che ostacola il normale fluire della parola e che, contro ogni aspettativa, è davvero molto frequente in entrambi i sessi e in tutte le fasce d’età, dai bambini (circa il 4% di questi balbetta) agli adolescenti fino ad arrivare agli adulti (interessati da questo disagio per l’1%) sebbene si stimi che i balbuzienti siano perlopiù maschi (1 donna ogni 3 uomini balbetta).

E’ doveroso chiarire che quando ci troviamo in presenza di balbuzie infantile non sempre questa è da considerarsi patologica infatti se si presenta nei primi 18 mesi di vita viene definita come balbuzie primaria o fisiologica e, sebbene sia caratterizzata dalla ripetizione o dal prolungamento di determinati fonemi, nella maggior parte dei casi questo tipo di balbuzie si può prolungare fino ai 3 anni senza, tuttavia, essere considerato un campanello d’allarme in quanto è solito scomparire nel tempo, con la crescita.

Se questo disturbo persiste dai 4 anni in poi possiamo ritenerci in presenza di una balbuzie secondaria o evolutiva, un tipo di balbuzie più preoccupante e più favorevole alla cronicizzazione. In questo tipo di balbuzie infantile, infatti, i blocchi e i prolungamenti delle sillabe appaiono molto frequenti e spesso sono accompagnati da evidenti contrazioni spasmodiche muscolari e involontarie del viso e del collo (identificate come tic), che si accentuano in circostanze particolari associati a paura, ansia, preoccupazione.

Le cause più frequenti della balbuzie infantile

La balbuzie infantile è un fenomeno che può essere influenzato da fattori psicologici, così come da fattori fisiologici e genetici e che, per questo, può essere compreso “in toto” solo se considerato nell’ambito di una terapia multidisciplinare che permetta di valutare tutte le possibili variabili scatenanti che sono entrate in gioco nel tempo. In questo contesto la balbuzie emotiva è, in alcuni casi, considerata come ereditaria mentre in altri casi viene identificata quale uno dei risultati visibili di qualche disagio emotivo o di traumi subiti in passato, presentandosi improvvisamente anche a distanza di tempo dal fattore scatenante.

Per il bambino in fase di crescita un trauma o un disagio può anche essere rappresentato da eventi che all’occhio adulto appaiono normali, privi di importanza o non degni di chissà quale attenzione come:

  1. La nascita di un fratellino/una sorellina che conduce ad uno spostamento dell’attenzione dei genitori dal bambino più grande al nuovo arrivato;
  2. La mancanza d’affetto (anche solo ipotizzata dal bambino);
  3. Il precario inserimento in un contesto nuovo che può verificarsi quando il bambino è costretto, per un motivo o per un altro, a cambiare città, scuola e/o amici;
  4. Il senso di insicurezza che può scaturire dal non sentirsi all’altezza in una competizione, in qualsiasi contesto avvenga, per esempio in un compito in classe, in una gara sportiva etc;
  5. L’aver assistito a scene violente sia nel contesto familiare che al di fuori di esso.

Si è soliti per lo più suddividere le cause della balbuzie infantile in:

  1. Cause organiciste per le quali il normale fluire delle parole è ostacolato da lesioni cerebro-corticali, insufficienze dell’apparato fonetico, malformazioni fisiche;
  2. Cause linguistiche che si trovano alla base di tutte quelle incertezze sintattiche, terminologiche e grammaticali che costringono il bambino a revisionare e modificare più volte la sintassi dell’intera frase mentre la sta già esprimendo costringendolo a frequenti interruzioni;
  3. Cause psicogenetiche per le quali la disfluenza del linguaggio ha un’origine emotiva aumentando in particolari circostanze che fanno sentire il soggetto al centro dell’attenzione, sotto i riflettori o quando, lo stesso, è nervoso e/o in preda all’ansia.

Come ci si deve comportare se il piccolo balbetta?

La prima cosa da non fare se e quando il bambino mostra di balbettare è allarmarsi.

Non è detto infatti che si tratti di una vera e propria patologia ma, come già detto, potrebbe semplicemente indicare un periodo di crescita e scomparire a poco a poco col tempo. Per aiutare la “guarigione” del bambino, ancora in età tenera, dalla balbuzie infantile la prima cosa da fare è cominciare a parlargli lentamente scandendo quanto più è meglio tutte le sillabe e cercando di utilizzare vocaboli semplici.

Il bambino , infatti, nel processo di acquisizione del linguaggio tende a seguire quanto più precisamente i ritmi che i genitori scandiscono nel parlare per cui se è loro abitudine parlare in fretta anche il bambino cercherà di conformarsi a quel modo di parlare mostrando, in alcuni casi, ovvie difficoltà.

Non aiuta inoltre richiamarlo come molti genitori fanno con una diretta “Parla bene!” anzi, talvolta, un atteggiamento del genere può avere addirittura effetti opposti a quelli sperati facendo sentire il bambino in difficoltà e fornendo radici salde al peggioramento del disturbo.

C’è da dire che in alcuni casi il tempo di persistenza della balbuzie infantile è indipendente dagli stimoli esterni seppure in altri casi i genitori possono contribuire alla “guarigione” del bambino con semplici gesti.

Sarebbe importante provare a:

  1. giocare con il vostro bambino facendo parlare i pupazzi, cantando filastrocche e canzoncine in genere in quanto imparare a tenere il ritmo lo aiuterà a regolarizzare la respirazione oltre che il linguaggio;
  2. non parlare in dialetto né veloce;
  3. muovere di più la bocca quando parlate scandendo ogni sillaba al meglio;

Nella maggior parte dei casi, non c’è da preoccuparsi oltre, perché il disturbo, quando si presenta in età tenera, può molto probabilmente essere passeggero ma, qualora il disturbo continuasse a persistere e/o si desidera fare qualcosa in più per il proprio bambino un’opzione da considerare è quella di chiedere il parere a un esperto ovvero a un Logopedista o a un Foniatra.

Come e quanto agiscono le tecniche logopediche e foniatriche?

Entrambi gli approcci mirano al miglioramento della fluenza del linguaggio che si può ottenere regolando la coordinazione del sistema pneumo-fono-respiratorio, la respirazione in sé, la ripetizione sillabica, la coordinazione muscolare e la ritmica del linguaggio. Esistono, infatti, molti esercizi a cui il Foniatra/ il Logopedista può sottoporre il bambino balbuziente affinché il disturbo risulti alleviato, se non del tutto corretto in poco tempo.

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