Artrite reumatoide: Sintomi, diagnosi e terapia.

0

L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria articolare che colpisce soprattutto le donne di mezza età. Se non adeguatamente curata può creare danni fortemente invalidanti.

artrite reumatoide

L’artrite reumatoide (AR) è una patologia infiammatoria a decorso cronico e progressivo. Essa è sostenuta da una reazione del sistema immunitario che va a colpire l’organismo stesso, in particolare le articolazioni ed il tessuto osseo.

Questa malattia gravemente invalidante interessa soprattutto le donne, e presenta due picchi d’età d’esordio, il primo intorno ai 30 anni, il secondo tra i 60 e i 70. In totale, tra uomini e donne, la percentuale dei soggetti colpiti equivale a circa il 2% della popolazione.

Non si conosce l’esatta causa dell’artrite reumatoide. Molto probabilmente alla base vi è un’alterazione genetica che provoca una reazione autoimmunitaria. Reazione diretta in particolar modo contro il tessuto connettivo. Questo è presente, con funzione di sostegno, in maniera diffusa in tutto il corpo, ma con particolare concentrazione nella membrana sinoviale, nelle borse sierose, nell’osso, nei muscoli, nel sottocutaneo. Ed è in queste sedi che si realizza una grave infiammazione che danneggia i tessuti fino a distruggerli.

La membrana sinoviale articolare s’ispessisce e il liquido presente nell’articolazione aumenta. Entrambi questi fenomeni provocano gonfiore e deformazione dell’anatomia originaria.

A livello dei capi articolari ossei si verifica un’importante perdita di sostanza, una rarefazione che inficia la solidità, la stabilità e la resistenza del tessuto osseo.

Sulla cartilagine che ricopre i capi articolari si forma il cosiddetto panno sinoviale, che inizialmente limita i movimenti ma, con il tempo, può portare addirittura alla totale anchilosi, ossia al blocco definitivo dell’articolazione.

La malattia inizia spesso in modo insidioso con un malessere generalizzato caratterizzato da stanchezza, inappetenza e conseguente dimagrimento. Successivamente, spesso in seguito ad un fattore traumatico scatenante (ma non causale) psicologico o fisico, compaiono anche i dolori articolari.

Artrite reumatoide mani

Le prime articolazioni ad essere colpite sono quelle piccole delle dita, sia delle mani sia dei piedi. Poi i polsi, i gomiti e le caviglie. Il quadro sintomatologico tipico a livello locale presenta:

  • Algia,
  • Tumefazione calda,
  • Impotenza funzionale, in particolare delle articolazioni interfalangee prossimali e di quelle metacarpo-falangee.

Nel caso l’infiammazione colpisca anche i tendini, le manifestazioni cliniche presenti sono molto caratteristiche e dai nomi estremamente evocativi. Nomi che richiamano l’aspetto della deformità specifica come “dito a collo di cigno”, “dito a bottone in occhiello” e “dito a martello”.

Infine, tra i diversi sintomi, è tipica anche la cisti di Baker a livello del cavo popliteo, ossia nella parte posteriore del ginocchio, che può rompersi e provocare un ematoma.

L’artrite reumatoide, nonostante sia conosciuta soprattutto per i suoi danni a livello locale, è comunque una patologia sistemica, in grado di provocare danni a livello di diversi organi e apparati. Può causare fibrosi polmonare, pleurite, pleuropericardite, xeroftalmia, uveiti, scleriti, e accelerare l’aterosclerosi coronarica.

Il modo più efficace per combattere questa malattia consiste nel fare una diagnosi precoce, poiché è proprio nei primi mesi che si verifica l’insorgenza dei danni più importanti ed irreversibili. Per diagnosticare l’artrite reumatoide di solito si procede con il criterio clinico, secondo cui un paziente affetto deve presentare almeno 4 tra i seguenti criteri:

  • rigidità articolare mattutina per almeno 1 ora,
  • artrite a livello di 3 o più articolazioni,
  • artrite a livello della mano,
  • artrite simmetrica,
  • noduli reumatoidi cutanei,
  • alterazioni visibili radiologicamente,
  • presenza nel sangue del Fattore Reumatoide (FR).

Una volta eseguita la diagnosi si passa alla terapia. Questa serve soprattutto per contrastare il dolore e impedire la progressione delle lesioni. Il trattamento sintomatico si basa su FANS e corticosteroidi.

Per interrompere la patologica reazione autoimmune si utilizzano sali d’oro, idrossiclorochina, ed i farmaci immunosoppressori come il metotrexate.

Molti soggetti riferiscono miglioramenti anche grazie alla medicina alternativa, in particolare sono molto popolari ed apprezzati gli effetti lenitivi dell’artiglio del diavolo, l’azione protettiva degli antiossidanti e degli acidi grassi essenziali.

Inoltre si ritiene utile anche adottare una dieta ricca di pesce e di oli vegetali, ma povera di carni rosse.

Negli stadi più avanzati si può ricorrere alla fisioterapia per mantenere, nei limiti del possibile, un minimo di motilità articolare. E alla chirurgia sia per rimuovere il panno sinoviale troppo ingombrante, sia per restituire una piena funzionalità articolare con avanzati interventi di artroprotesi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *