Il calazio, patologia simile all’orzaiolo

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orzaiolo

Il calazio è una cisti o più specificatamente l’ingrossamento di una ghiandola detta Meibomio che si trova nella palpebra dell’occhio umano. Di conseguenza, quando si parla di calazio, ci si riferisce ad una patologia dell’occhio. Non ci sono altre parti del corpo interessate dall’ingrossamento di questa ghiandola proprio per il fatto che questa si trova solo ed esclusivamente in corrispondenza degli occhi.

Vediamo ora di che cosa si tratta nello specifico.

Le ghiandole chiamate di Meibomio hanno una particolare forma che potrebbe far ricordare un’ampolla o anche un palloncino e cioè sono costituite da una parte “panciuta” che termina in una specie di canaletto, molto più stretto. Tali ghiandole sono molto importanti per la buona salute dell’occhio. Infatti, se quelle lacrimali sono destinate alla produzione del liquido che forma le lacrime e che tiene sempre umida la superficie dell’occhio, queste producono del sebo o una specie di unguento grasso che serve per fissare il liquido lacrimale sull’occhio. Se tale sebo non venisse prodotto, l’occhio rimarrebbe asciutto o secco con gravi conseguenze come bruciore e arrossamento. Esiste la patologia dell’occhio secco che deve essere corretta con l’uso giornaliero di un collirio che altro non è che un liquido simile alle lacrime solo che queste sono dette lacrime artificiali.

Il liquido prodotto dalla ghiandola di Meibomio serve per fissare il “film lacrimale”, per usare un linguaggio specifico. Capita, però, che a volte lo stesso sebo prodotto ostruisca l’uscita del canale della ghiandola e così questa inizia a gonfiarsi e riempirsi di sebo che permanendo all’interno genera pus. Dall’esterno si nota una pallina che al tatto risulta dura e indolore. Può essere localizzata sia all’esterno della palpebra, tra le ciglia, o anche sotto la palpebra. In questi casi è necessario sollevare la palpebra per notare la pallina che risulta di colore grigiastro. Se non guarisce spontaneamente e tende a cronicizzarsi può arrivare fino a un centimetro di grandezza provocando conseguenze e complicazioni tali da indurre l’oculista ad intervenire chirurgicamente. Non è una forma batterica come l’orzaiolo ma semplicemente un’ostruzione fisica che impedisce la fuoriuscita del liquido.

Differenze con l’orzaiolo

Anche se molti fanno confusione tra orzaiolo e calazio le differenze tra queste due patologie sono abbastanza evidenti. La prima è sicuramente il dolore che l’orzaiolo procura all’occhio. Infatti, in questi casi, si tratta di una vera e propria infiammazione dovuta a dei batteri che si trovano comunemente sulla nostra pelle. L’infezione è causata da batteri appartenenti alla categoria dello strafilococco. Intorno all’occhio si trovano tante ghiandole preposte alla produzione di sebo per tenere lubrificata la parte. Se una o più di queste si imfiammano per la presenza di batteri ma anche in compresenza di altri fattori come un trucco troppo abbondante e mal ripulito, mani sporche che sfregano gli occhi (soprattutto nei bambini), un periodo di stress e affaticamento che riducono le barriere difensive del nostro organismo, si è sicuramente più esposti agli orzaioli. Questi compaiono velocemente, dalla mattina alla sera e sono subito visibili perché l’occhio si arrossa così come la palpebra e soprattutto compare un intenso dolore. Il calazio invece non è di origine batterica e non comporta mai dolore. Il dolore può insorgere solo se ci sono complicazioni più serie.

Il fenomeno dell’orzaiolo è acuto nel senso che compare velocemente e altrettanto velocemente scompare. Se ben trattato, nel giro di due o tre giorni al massimo si avrà una completa guarigione. A volte è sufficiente aspettare e non fare nulla perché, il liquido infiammato che genera pus, trova da solo una via di uscita e cioè è una specie di brufolo che ad un certo punto “scoppia” provocando la fuoriuscita dello stesso pus. Se si vuole invece accelerare la guarigione sarà sufficiente fare degli impacchi caldi e umidi sulla parte infetta in modo da ridurre i tempi della maturazione dell’orzaiolo. Inoltre, l’oculista potrebbe anche prescrivere delle pomate antibiotiche per evitare la riformazione del pus mentre nel caso del calazio queste pomate sarebbero inutili in quanto come già detto non si tratta di un’infezione ma di una occlusione. Gli orzaioli a volte si associano anche al calazio come del resto il calazio stesso può apparire unico o più di uno. Ovviamente in questi casi la guarigione è più lenta e difficile.

Ipermetropia nei bambini

Calazio nei bambini

Come negli adulti anche i bambini possono andare incontro alla formazione di calazi. La causa dell’insorgere di questa cisti sebacea non è diversa da quella per gli adulti. Anche in questi casi è dovuta all’ostruzione del canaletto che collega la ghiandola all’esterno e che impedisce il deflusso del liquido. I sintomi che il bambino può avvetire possono variare ma in genere sono un fastidio all’occhio che il piccolo tenta di alleviare sfregandoselo, cosa che sarebbe da evitare in quanto è controproducente per la stessa guarigione, anzi, uno sfregamento eccessivo può peggiorare il calazio facendolo infiammare. In tali casi oltre ad un semplice “fastidio” il bambino inizierà ad avvertire dolore. La palpebra inizia a gonfiarsi e se la cisti diventa di una certa consistenza, il bambino farà fatica a vedere perché questa premerà sulla cornea e le immagini appariranno sfuocate. Se per un adulto il consiglio di uno specialista può essere opportuno, nei casi di bambini una visita da un bravo oculista è assolutamente consigliata. Infatti lo specialista capirà se si tratta di un vero calazio o di altro e di conseguenza prescriverà la giusta terapia. Di solito anche nei casi che riguardano i bambini è suffiente fare degli impacchi caldi o tiepidi sulla parte dolente e aspettare la guarigione che avviente entro una quindicina o una ventina di giorni. Se però il calazio persiste, onde evitare complicanze, il medico prescriverà dei farmaci che sono molto più consigliabili dell’intervento chirurgico trattandosi di bambini. Infatti un adulto può collaborare all’operazione di incisione e una anestesia locale è più che sufficiente mentre un bimbo dovrebbe sottoporsi ad una anestesia totale, cosa non opportuna in giovane età se non proprio dovuta.
Buona norma è far lavare le mani il più spesso possibile onde evitare di peggiorare il calazio e raccomandare al piccolo di non fregarsi gli occhi. Potrebbero formarsi anche delle crosticine in concomitanza del calazio e precisamente sulle palpebre. Queste potrebbero aumentare il senso del fastidio al bambino e indurlo a grattarsele. Ecco allora che bisogna seguirlo e riprenderlo se cerca ripetutamente di fregarsi gli occhi.
Calazio interno ed esterno
Esistono due forme di calazio a seconda di dove si trova. Si parla di calazio esterno quando la cisti è posta sulla cute della palpebra e si vede un rigonfiamento della stessa. A seconda della maturazione del pus il colorito può variare dal rosso al grigio fino al giallo. Il calazio interno è posto al contrario sulla superificie della palpebra interna che è ricoperta dalla congiuntive, una membrana che protegge anche  il bulbo oculare. In questo caso è visibile solo sollevando la palpebra e rovesciandola sarà visibile questa “pallina” più o meno giallastra a seconda della quantità di pus. Se il calazio è interno di solito è più fastidioso perché impedisce il normale movimento della palpebra che ogni qualvolta si chiuderà, provocherà un senso di fastidio.
Infine, va ricordato anche il calazio palpebrale che si forma sul margine della palpebra e quindi è una specie di punta allungata della palpebra stessa.
Terapie

Non ci si soffermerà sul trattamento specifico delle terapie possibili del calazio ma sarà sufficiente ricordare che possono essere varie a seconda della gravità della patologia, dall’età del paziente e del fastidio che provoca la stessa cisti. Di solito si opta per un piccolo intervento chirurgico se è ormai da tempo che il paziente è sofferente e per evitare ulteriori complicazioni e soprattutto se le altre forme di intervento sono risultate del tutto inutili. Dopo aver provato con i metodi naturali, ossia lavaggi e impacchi, il calazio non guarisce ma tende a peggiorare, si preferirà allora procedere con l’intervento. Ci sono anche cure omeopatiche molto buone che però impiegano tempo per fare effetto e quindi anche in questi casi è da verificare se vale la pena optare per una o per l’altra soluzione.

Complicazioni

Se si procede seguendo le prescrizioni mediche di base non ci dovrebbero essere gravi complicazioni. Di solito basta fare degli impacchi con acqua calda per riuscire a liberare il canale ostruito e ottenere la guarigione. Si deve anche tenere una corretta igiene oculare lavandosi le mani il più spesso possibile ed evitando di toccarsi gli occhi con mani sporche. Se però questi semplici accorgimenti non bastano, potrebbero insorgere delle complicazioni tra cui un astigmatismo dovuto alla compressione sulla cornea provocato dal calazio. Il nostro occhio ha una forma sferica che se però viene “schiacciata” assume un aspetto cilindrico che porta delle conseguenze sulla rifrazione causando una visione offuscata e appannata della realtà.

Infine, in rari casi, l’oculista potrebbe sospettare l’insorgere di un tumore e procedere ad un esame istologico della massa in questione. Va precisato però che questo accade solo se il calazio tende a riformarsi ripetutamente nella medesima posizione e se non si riesce a guarire applicando le cure tradizionali.

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