I disturbi del sonno, bruxismo e sonnambulismo

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Il disturbi del sonno si distinguono in tre categorie: le parasonnie, il russamento e l’insonnia. Tutti hanno in comune il rendere difficile il riposo ma si diversificano per cause e caratteristiche

disturbi del sonno

I tipici disturbi del sonno si dividono in tre categorie principali: le parasonnie, il russamento e l’ insonnia. Sotto il termine di Parasonnie sono comprese tutte le manifestazioni fisiche che rendono il riposo notturno difficile e non ristoratore. Tra queste le più frequenti sono il bruxismo ed il sonnambulismo.
Il primo consiste nel digrignamento dei denti. Un digrignamento talmente intenso e prolungato da ledere lo smalto dentale, indolenzire i muscoli masticatori e affaticare l’articolazione temporo-mandibolare. Non esiste una cura farmacologica per questo disturbo, solitamente causato da ansia e stress, ma i danni ad esso conseguenti possono essere evitati utilizzando un bite, ossia una doccia protettiva in resina da portare durante il sonno.
Il secondo, il sonnambulismo, a differenza di ciò che normalmente si crede,  è un fenomeno abbastanza diffuso. Sembra presenti una certa familiarità, colpisca con maggiore frequenza i maschi e in genere si manifesti in età infantile, prima dei dieci anni di età.

Il sonnambulo ha la capacità di svolgere attività semplici durante il sonno, dal pettinarsi all’espletamento delle proprie funzioni corporali, senza avere alcuna coscienza di ciò che sta facendo. Il fenomeno ha una durata variabile da alcuni minuti fino ad un’ora, ed è molto raro che il soggetto al risveglio ricordi qualcosa.

Il Russamento è un problema che tormenta una larga fetta della popolazione. Costituita dai soggetti russanti e dagli sfortunati che con questi condividono il giaciglio. All’origine del disturbo vi è una transitoria e parziale ostruzione delle alte vie aeree. Dovuta al rilassamento, durante il sonno, dei muscoli superiori della faringe e al conseguente abbassamento del palato molle. Quest’ultimo finisce con l’occupare uno spazio non proprio e col vibrare al passaggio dell’aria, determinando così il tipico rantolo. Alcune condizioni particolari possono causare il russamento: la vecchiaia, l’obesità, l’etilismo, il fumo, ma anche un semplice raffreddore o l’innocua abitudine di dormire supini. E se, contro il tempo che passa non si può far nulla, le altre situazioni sono tutte rimovibili, alcune ovviamente più facilmente di altre.
Un problema più grave che però rientra sotto il disturbo del russamento è l’apnea notturna. Situazione in cui il soggetto, oltre a russare rumorosamente, presenta attacchi di soffocamento. Ciò succede quando il palato molle non solo si abbassa ma viene letteralmente risucchiato durante l’inspirazione, interrompendo il  normale flusso dell’aria e provocando così la sensazione di soffocamento. Il fenomeno dura pochi secondi, ma può ripetersi infinite volte per notte causando un grande disagio e rendendo impossibile il riposo. Nei casi più gravi le varie fasi del sonno vengono stravolte, con una netta riduzione sia di quella REM sia della profonda. Oltretutto le continue apnee abbassano l’apporto di ossigeno al cervello. Tutto ciò, a lungo andare, può creare importanti disturbi all’intelletto.
Oggi è possibile sottoporsi ad un intervento chirurgico per smettere di russare, tale operazione consiste nell’irrigidimento, tramite cauterizzazione, del palato molle. Una soluzione così drastica è consigliata solamente nei casi gravi di apnea notturna.

Con il termine insonniasi indica la difficoltà ad addormentarsi, a riposare profondamente, o a riprendere sonno dopo un risveglio prematuro. Questa è ritenuta una vera e propria patologia solo quando il soggetto inizia a risentire realmente della mancanza di sonno, presentando cali dell’attenzione, irritabilità ed un abbassamento generale delle prestazioni giornaliere.

L’insonnia può essere distinta, in base alla sua durata, in transitoria, a breve termine o cronica.

Ed in base alle cause che la provocano in primaria e secondaria. Quella primaria è dovuta prevalentemente ad ansia  o cattive abitudini come l’abuso di caffeina;  quella secondaria è conseguente ad una patologia organica, come per esempio l’ipertiroidismo. Per ovviare a questo disturbo può essere sufficiente curare la causa scatenante, eliminare tutte le cattive abitudini o le fonti di stress. E solo nel caso l’insonnia continui a manifestarsi, tentare con una terapia farmacologica.

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